
Rainer Maria Rilke, “Noi siamo le api dell’invisibile”
Attilio Scarpellini per Rai Radio 3 “Qui comincia”
Lettere da Muzot
chi ama gli epistolari mozzafiato e ha un animo lirico, un libro che insegna a vivere poeticamente, in obbedienza al proprio destino.
Disponibile
Jean-Baptiste-Siméon Chardin, Soap Bubbles (1733-34 ca.)
The Metropolitan Museum of Art, New York
Rainer Maria Rilke è tra i grandi poeti di ogni tempo. Nel castello di Muzot, in Svizzera, scelto come dimora definitiva, tra il 2 e il 23 febbraio del 1922 scrive i suoi capolavori, i Sonetti a Orfeo e le Elegie duinesi. Ha scritto lettere, di continuo, per tutta la vita, in forme spesso indimenticabili.
Febbraio 1922: improvvisamente, d’assalto, la poesia occidentale si compie. Il maniero di Muzot, nella valle del Rodano, in Svizzera, diventò il Tabor e il Sinai, l’albero di fico reso leggenda da Siddharta Gautama, la mistica caverna di Jabal al-Nur. Il secolo trattenne il respiro, con labbra d’oro. Rainer Maria Rilke, nell’arco di venti giorni, scrive i Sonetti a Orfeo e risolve le Elegie duinesi, a cui lavorava da dieci anni. Sembra una rivelazione, l’attimo perfetto, incuneato come una perla nell’anno memorabile: nel ’22 vengono ideati alcuni capolavori senza tempo – l’Ulisse di Joyce, la Terra desolata di T.S. Eliot, Il castello di Kafka –, muore Marcel Proust. Rilke, l’autentico asceta dell’arte, aveva preparato con lacerante dedizione quel momento: nel 1919 si congeda dalla figlia, che non rivedrà mai più, dagli amici, dal tempo; dal 1921 sale a Muzot, donatogli da un ammiratore, Werner Reinhart. Le lettere, qui in una selezione curata da Franco Rella, sono il modo con cui il poeta comunica con il mondo, costituiscono uno degli epistolari più vertiginosi della storia della letteratura. Dagli incontri, decisivi, con Tolstoj e Rodin al legame con Lou Andreas Salomé, fino alle parole estreme, poco prima della morte, “Sono ancora io, io che brucio/ Ormai qui inconoscibile?”, questo libro è il breviario del poeta angelico e tremendo, la lancinante confessione. In quale assoluto, magnetico e crudele, senza fiato, getta la poesia se imbracciata come sola ragione di vita.
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Ascolta l’emozionante estratto del libro accompagnato da una melodia appositamente composta in armonia con parole del testo in collaborazione con Parole Sonore.
Voi sapete ch’io non appartengo a coloro che trascurano il corpo per offrirne un olocausto all’anima,
poiché la mia non amerebbe affatto una simile maniera d’essere servita.
Attilio Scarpellini per Rai Radio 3 “Qui comincia”
Francesco Fiorentino per Alias
Davide Brullo per Pangea News
Davide Brullo per il Giornale
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