Viaggio con Ezra Pound

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Il libro perfetto per

chi vuole ritrovare nei luoghi della provincia e dei laghi storie di uomini grandi, che pare impossibile possano essere stati di questa terra.

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30,00€

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Michele Ciacciofera, Earthbeat, 2017

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Piero Chiara è il poeta delle piccole storie vissute sul Lago Maggiore, frequente palcoscenico dei suoi racconti brevi. È il poeta dei piccoli dettagli della vita, caratterizzato da quello stile mai insipido, mai provinciale, ma sempre arguto e ironico.

descrizione

Descrizione

Gennaio 1960: quando Piero Chiara e Vanni Scheiwiller riportarono Ezra Pound al mondo. Un racconto inedito. Un grande scrittore in pectore – all’epoca “è uno scrittore pressoché sconosciuto al pubblico” – l’editore più raffinato e leggendario del secolo, il poeta estremo, che con una manciata di versi furibondi ha terrorizzato l’Occidente. Nessun regista riuscirebbe a mettere insieme tre personaggi di questo calibro. Eppure. Gennaio 1960. Piero Chiara, il grande scrittore di Luino, poligrafo, autore di libri imprescindibili come Il piatto piange – che uscirà nel 1962 per Mondadori – Il balordo, I giovedì della signora Giulia, Il cappotto di astrakan, è insieme a Vanni Scheiwiller, l’editore dei poeti, “sotto le mura del Castello: era quasi sera e la piana meranese venata di neve diventava violacea”. I due, lo scrittore e l’editore, attendono di incontrare il poeta. Ezra Pound. Il poeta titanico. Il poeta dei Cantos, opera magnetica e infinita, in cui la poesia – al modo di Dante – pretende di fecondare la Storia, di ribaltare il mondo. Il poeta che ha aiutato Thomas S. Eliot a correggere La terra desolata, che ha insegnato a Ernest Hemingway come si scrive, che ha aiutato James Joyce quando tutti lo attaccavano, all’epoca dell’Ulisse. Ere fa. Ora, nel 1960, nel rifugio gotico di Brunnenburg, in Tirolo, ospite della figlia Mary e del marito, l’egittologo Boris de Rachewiltz, Pound è un reduce. Nel 1958 è tornato in Italia dopo dodici anni di reclusione nel manicomio criminale di St. Elizabeths, Washington, con l’accusa di alto tradimento ai danni degli Stati Uniti. Un uomo solo, perduto. “Una esecuzione di musiche inedite di Scarlatti, che veniva data all’Angelicum di Milano” è il pretesto grazie a cui Chiara e Scheiwiller convincono il poeta a tornare nel mondo. Il racconto del viaggio, con sosta a Riva del Garda (“Pound aprì la marcia, controvento, puntando fortemente il bastone per terra e tenendosi stretto un pullover intorno al collo. Noi dietro, quasi sperando che ci conducesse a qualche grande impresa”), finora inedito e ripescato grazie a Federico Roncoroni (che firma una puntuale postfazione al testo), è di luminosa bellezza. L’ultima scena è di un Pound “sfinito”, che “volle andare in Piazza del Duomo”, a dialogare con i suoi fantasmi. Per lui, ormai, è l’epoca del tempus tacendi.

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Ascolta l’emozionante estratto del libro letto per noi dall’attrice Erika Urban.

Recensione video del libro

Stendendosi sulla poltrona disse: Questa stanchezza è incivile.

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