
Affinità interiore ed amicizia spirituale
Maurizio Scholpflin per L’OSSERVATORE ROMANO
pp. 120
Uscita: Aprile 2021
A cura di Vito Punzi
Introduzione di Giuseppe Conte
chi, in fuga dal frastuono quotidiano, vuole trovare uno spazio di quiete e di perfezionamento interiore: scoprirà l’audacia dell’abisso, che Broch chiamava “l’inimitabile”.
Disponibile
Bronzino, Venere, Cupido e Invidia (1548)
Museo delle Belle Arti di Budapest (Ungheria)
Dopo un periodo passato a lavorare nella fabbrica del padre, noto industriale di tendaggi, Hermann Broch decide di studiare matematica, filosofia e psicologia all’università. La sua prima opera vede la luce solo ai 45 anni compiuti dell’autore.
La folgorante raccolta di versi di uno dei più grandi scrittori del Novecento. Nel 1945, a New York, Hermann Broch pubblica uno dei romanzi capitali del secolo, di sempre, “La morte di Virgilio”. L’irruzione onirica – nel 1931 Broch aveva terminato la trilogia “I Sonnambuli” – e l’irrompere di tutti i generi, un’autentica esplosione etica, rende quel libro inclassificabile: alcune parti non sono più prosa ma monologo in versi, poesia. Di “sostanza poetica della Morte di Virgilio” parlò, per altro, Ladislao Mittner, introducendo la versione italiana del capolavoro. Broch ha punteggiato la sua disciplina letteraria di poesie: dal 1913 fino alla morte. Si tratta di versi occasionali, sagaci, rapaci, spesso abissali, che costituiscono un canzoniere sorprendente. Se alcune poesie ricordano le atmosfere di Friedrich Hölderlin e di Rainer Maria Rilke, altre sono giochi sagaci, dei doni. Amava scrivere poesie in dedica, a mo’ di amuleto, Hermann Broch. Così all’amico Albert Einstein, sul retro della Morte di Virgilio: “Di Virgilio non si riesce a capirci qualcosa,/ ed è troppo assurdo questo libro,/ eppure come un segno della mia sempre desta/ ammirazione per il grande, come tentativo/ di ringraziamento per colui che regge il nostro cosmo”.
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Ascolta l’emozionante estratto del libro letto per noi dall’attrice Erika Urban.
La folgorante raccolta di versi di uno dei più grandi scrittori del Novecento, un canzoniere sull'orlo dell'abisso
Maurizio Scholpflin per L’OSSERVATORE ROMANO
Alessandro Zaccuri per Avvenire
Daniele Piccini per Corriere della Sera
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