Number one (2019)

Dimensioni opera: 70 x 50 cm

 

L’opera è sempre venduta accompagnata alla copia del libro con lo stesso numero romano.

 

Tiratura in sole 10 copie 

libro

Il libro perfetto per

chi è interessato al segno nella sua accezione più pura, scritta, grafica che genera una narrazione di figure e situazioni graffianti.

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220,00€

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copertina

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“Number one” - Giovanni Maranghi, 2019

artista

Artista

Giovanni Maranghi nasce nel 1955 a Lastra a Signa (Fi). Alterna gli studi da universitario con la frequentazione dei corsi di nudo libero presso l’Accademia delle Belle Arti. Frequenta in quegli anni artisti del calibro di Primo Conti, Lucio Venna e Paulo Ghiglia. A vent’anni, presenta una personale alla Galleria San Ferdinando di Bari. Fra gli appuntamenti di maggior rilievo di questi primi anni, si ricorda: Galleria d’Arte Spinetti di Firenze (1982), Galleria Dalders ad Amsterdam (1985), Galleria Diva di Bruxelles (1987). Gli anni ’90 si aprono con un’importante personale “La poltrona dei sogni” alla Galleria Nuovo Sagittario di Milano. Nel 2018 ha esposto alla Fondazione Maineri di Milano.

descrizione

Descrizione libro

I viaggi del più eccentrico dei flâneur, un vero “pescecane”, lo scrittore del “Gattopardo”. Trent’anni dopo avrebbe cominciato a scrivere uno dei grandi romanzi italiani del secolo, forse quello più rappresentativo, Il Gattopardo; allora, nel pieno degli anni Venti, Giuseppe Tomasi di Lampedusa era un nobile siciliano con il gusto per il viaggio, coltissimo, dallo sguardo rapace. Tra gli amici a cui l’eccentrico inviava le sue lettere – piccoli pezzi d’arte – spicca Massimo Erede, genovese, che aveva introdotto Tomasi di Lampedusa alla letteratura, in particolare tra i collaboratori della rivista “Le Opere e i Giorni”, bimestrale di rilievo – vi firmarono Riccardo Bacchelli, Eugenio Montale, Camillo Sbarbaro, tra gli altri – edito da Massimo Maria Martini. Nel fascio di lettere, finora inedite, scritte tra il 1925 e il 1927, c’è, in breve, tutto Tomasi di Lampedusa: l’osservatore sagace (“Non puoi immaginare che cosa è di vorticoso e di tremendo e di affascinante Londra. Un piacevolissimo inferno”; al contrario, “Mantova è davvero troppo malinconica”) e viscerale (“Dopo accurate osservazioni compiute a Londra, Bruxelles, Anversa e qui sono in grado di annunziarti gli immensi progressi della pederastia. Se continua di questo passo fra cento anni un uomo che avrà commercio carnale con una donna sarà un pezzo da museo”), il vagabondo inquieto che ama la letteratura inglese (accenna alle donne “eteree e irraggiungibili come quelle di cui parla il mio Yeats”), che è intriso d’ironia (“Ti auguro per il nuovo anno 200.000 lire di rendita mensile e 18 ragazze a tua disponibilità dai 10 ai 16 anni”), che si preoccupa dei propri articoli con corrosiva umiltà (“Non che io creda che i miei articoli valgano qualche cosa di più di un pacchetto di Macedonia…”) e del futuro dei versi del cugino, Lucio Piccolo, poeta di genio, scoperto qualche lustro dopo da Montale. Alcuni sketch hanno lo scintillio di un racconto (la lettera del luglio 1927 in cui annuncia una gita di “cinque giorni un castello del Galles, invitato a caccia!”, senza arma adatta…) e tracciano “la vera vita del pescecane” di uno scrittore straordinario.

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Ascolta l’emozionante estratto del libro letto per noi dall’attrice Erika Urban.

Recensione video del libro

Per conto mio sono di tendenze troppo vagabonde e di umore troppo mutevole per costringere una infelice creatura a tenere dietro alla mie fantasie.

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