Veleni & Champagne

Poesie dell’età del jazz (1926-1931)

pp. 170

Uscita: aprile 2022

 

Prefazione a cura di Silvio Raffo

libro

Il libro perfetto per

chi sa che l’amore dilaga nell’odio, per chi ama gli eccessi, l’intelligenza crudele, la sublime arte della perfidia, la poesia che spiazza.

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16,00€

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copertina

In copertina

Meredith Frampton, A Game of Patience (1937)
Ferens Art Gallery, Kingston upon Hull

autore

Autore

Dorothy Parker (1893-1967) è stata l’eroina dell’“Età del jazz”. Corrosiva, ispirata, diabolicamente intelligente, è stata firma funambolica di “Vanity Fair” e del “New Yorker”. Ha pubblicato tre raccolte di versi che fecero moda: Enough Rope (1926), Sunset Gun (1928), Death and Taxes (1931). Definita humorist, writer, critic, la lapide dove sono custodite le sue ceneri ricorda che “Ha difeso i diritti umani e civili”; come epitaffio aveva suggerito questo: “Scusate per la polvere”.

descrizione

Descrizione

Intrigante, esagitata, acutissima, Dorothy Parker (1893-1967) è stata l’autentica protagonista dei “Roaring Twenties”. Cominciò su “Vanity Fair”, fu la firma più sprezzante e temuta del “New Yorker”, il suo humour nero, eleganza barricata nel cinismo, non risparmiava nessuno. “Non sopporto il mio stato mentale:/ sono scontenta, garrula, asociale”, si sfotte, questa Baccante in abito di gala, in una delle sue poesie più folgoranti. Fece moda, fece scuola, Dorothy Parker, “Dot” per tutti: la prima raccolta di versi, Enough Rope, superò le 47mila copie vendute. “Dorothy Parker ha scoperto una verità grave e salutare al tempo stesso: in quasi tutte le nostre più sentite disgrazie c’è qualcosa di irresistibilmente assurdo, se non addirittura comico”, ha scritto di lei uno dei suoi più sagaci ammiratori, William Somerset Maugham. Spiata dall’FBI a causa delle sue simpatie comuniste, espiò la fama in una vecchiaia disordinata: dimenticata da tutti, in uno squallido residence, impetrava da Hemingway un parere sulle sue short stories, affidò le proprietà, per testamento, a Martin Luther King. Scrisse per Hollywood, ottenendo due candidature all’Oscar; in un film di culto di qualche anno fa, Ragazze interrotte, Angelina Jolie recita una delle poesie di culto di “Dot”: “I rasoi fanno male; i fiumi sono freddi/ l’acido lascia tracce; le droghe danno i crampi/ le pistole sono illegali; i cappi cedono/ il gas ha un odore nauseabondo. Tanto vale vivere”. Fu un’icona. Scontrosa.

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Ascolta l’emozionante estratto del libro accompagnato da una melodia appositamente composta in armonia con parole del testo in collaborazione con Parole Sonore.

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Intrigante, esagitata, acutissima, Dorothy Parker è stata la firma più sprezzante e temuta del “New Yorker”,
il suo humour nero, eleganza barricata nel cinismo, non risparmiava nessuno.

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